Socio Onorario
Virgilio Carnisio si avvicina al mondo fotografico nel 1961-62 frequentando un corso di fotografia pubblicitaria presso l’Enalc (Ente nazionale addestramento lavoratori commercio). Dal 1968 inizia un lavoro di documentazione analitica del capoluogo lombardo, mosso dall’esigenza interiore di immortalare quegli aspetti della città destinati a scomparire. Soggetti privilegiati sono vecchi cortili, case di ringhiera, osterie e antiche botteghe, attraverso cui intende restituire l’immagine della cosiddetta “vecchia Milano”. Paesaggio, architettura ed insegne commerciali diventano il mezzo privilegiato attraverso cui Carnisio riesce, nel corso degli anni, ad offrire un ritratto completo della città, non solo dal punto di vista paesistico, ma anche dei cambiamenti sociali in atto. Da allora affina sempre più la sua ricerca, finalizzando il proprio linguaggio espressivo nell’ambito del reportage in bianconero di impostazione prevalentemente sociale, con cui affronta con successo altre realtà significative, come la sua amata Valsesia, l’Italia, l’Europa, l’Asia, fino all’America. Numerose sue fotografie sono apparse su giornali e riviste, libri e enciclopedie. Sue fotografie fanno parte di collezioni pubbliche e private, e di lui hanno scritto alcuni tra i più importanti giornalisti, critici ed esperti del settore, pubblicando redazionali su prestigiose testate. Ha partecipato a più di centocinquanta mostre collettive e realizzato duecentodieci mostre personali, in ogni parte del mondo. Ha pubblicato oltre trenta libri e varie cartelle. L’archivio Carnisio è stato acquisito dall’Archivio Fotografico Italiano nel 2016. Inoltre il Museo della Fotografia Contemporanea (MUFOCO) possiede un fondo di fotografie anni 60 donate dall’autore. La Fondazione 3M possiede un fondo di fotografie anni 60/70 donate dall’autore. La Biblioteca Civica di Varallo possiede un fondo di fotografie relative alla Valsesia che vanno dagli anni 60 fino al 2000 donate dall’ autore. Carnisio prosegue ancora oggi la sua indagine fotografica, sperimentando il digitale infatti ha raccolto da 25.000 a 30.000 file digitali del 2016 al 2019 e negli ultimi anni si è dedicato a osservare le radicali trasformazioni del quartiere Isola di Milano.