Socio Onorario
Sono nato prevalentemente nel forlivese (a Dovadola, sull’Appennino, perché lì c’era l’ospedale: ma considero mio paese natale quello in cui sono vissuto fino a otto anni, Rocca San Casciano, qualche chilometro più in su), nel secolo scorso e pure verso la metà (l’8 ottobre del 1957).
Lavoro a Bologna dove con mia grande sorpresa faccio il giornalista. Che era poi il mio sogno da bambino: mentre adesso che sono giornalista, a volte di mestiere vorrei fare il bambino.
Il mio babbo Alberto, cancelliere di pretura, possedeva una Voigtländer con mirino a traguardo che mi lasciava usare con cautela, ed era forse l’unico in paese ad avere anche una cinepresa 8 millimetri: da lui ho avuto il gusto di “guardare le figure”.
La mia mamma Miranda, insegnante di scuola media, non ha mai lasciato gli scaffali di casa vuoti di libri: da lei ho avuto il gusto di “leggere le storie”. A Modena, la mia nuova città, ho fatto pian piano sposare queste due vocazioni.
Mi sono laureato in Storia contemporanea all’Università di Bologna con una tesi sulle trasformazioni urbanistiche di Modena a cavallo del Novecento, viste attraverso l’occhio della cartolina illustrata.
Mi piace ancora, più di ogni altra cosa, guardare le figure, amo la storia e la cultura dell’immagine ma quando tocca a me riesco solo a fotografare i miei familiari davanti a paesaggi da cartolina.
Dal 1982 ho fatto il giornalista, prima a l’Unità, poi dal 1989 a la Repubblica. Mi sono occupato di società, cultura e di politica. Penso che un buon giornalista non sia uno scrittore ma uno scrivente; tento di non essere uno scrivano, spero di non diventare mai uno scribacchino.
Ha pubblicato fra gli altri, “Un’autentica bugia” (Contrasto, 2009), di cui presto uscirà una edizione aggiornata, e “Voglio proprio vedere” (Contrasto, 2021). Ha creato e gestisce il blog, ora newsletter, Fotocrazia.