Socio Onorario
Giovanni Chiaramonte nasce a Varese nel 1948 da genitori di Gela e, col passaggio del padre dalla progettazione aeronautica a quella automobilistica, si trasferisce a Milano. Nel 1967 durante gli studi in Filosofia si accentua il suo
interesse per il cinema e la fotografia e, grazie all’estetica teologica di Hans Urs von Balthasar, fonda la propria visione sulla concezione della realtà come dramma della forma. Nel 1973 conosce Paolo Monti, Luigi Ghirri e Arturo Carlo Quintavalle, mettendo a fuoco i temi fondamentali della propria fotografia.
Nel 1974 prima personale con Sequenza nel tempo e Dov’è la nostra terra; realizza Giardini di Sicilia, Discorso di Natale e La Creazione dedicata a Flavin.
Tra il 1975 e il 77 incontra l’immagine dell’Oriente cristiano nella cinematografia di Andrej Tarkovskij e nella teologia di Pavel Evdokimov e Olivier Clément.
Studia la fotografia di Paul Strand, Robert Frank, e Minor White, su cui scaturiranno negli anni successivi ampi saggi. Nel 1978 fonda con Luigi Ghirri la casa editrice Punto e Virgola e con lui inizia una comune ricerca sul paesaggio italiano che segna una svolta importante nella nuova fotografia in Italia.
Nel 1980 assume la direzione della Punto e Virgola e nel 1981 organizza per la Fondazione Agnelli Italy through the camera’s eye, mostra itinerante in USA, America Latina, Giappone, Australia. Nel 1983 in Giardini e paesaggi, con una
prefazione di Arturo Carlo Quintavalle, pubblica l’opera sul paesaggio inteso come rivelazione oggettiva del Genius Loci. Nel 1985 con la Triennale di Milano continua la ricerca su Berlino e con Da terre in mezzo al mare inizia da Gela
quella sul Mediterraneo; entrambe le ricerche fanno parte di Terra del Ritorno, un più ampio progetto sul destino dell’Occidente, alla cui realizzazione vengono finalizzati tutti gli incarichi avuti da enti pubblici e privati.
Nel 1987 realizza, grazie alla Fondazione Italiana per la Fotografia, la sequenza Autostrade. Con la mostra Il costruire di Alvaro Siza inaugura lo spazio espositivo della Facoltà di Architettura di Milano. Nel 1989 pubblica Terra del Ritorno con una prefazione di Roberto Mussapi, che definisce il libro “…poema di viaggio, cioè poema sapienziale correlato nel tempo”, nel suo pellegrinare da Berlino verso Roma, Atene, Istanbul, Gerusalemme. Fotografa la periferia di Graz per
la Haus der Architektur. Nel 1993 per Le Mai de la Photo fotografa le basiliche di Reims dichiarate dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. Penisola delle Figure, con immagini italiane e poesie di Umberto Fiori, inaugura l’innovativa collana Motta Fotografia, in cui la visione di un fotografo si coniuga con la narrazione di uno scrittore. È scelto da Arturo Carlo Quintavalle per la mostra Muri di carta alla Biennale di Venezia. Nel 1996 grazie a Italo Rota
inizia Cerchi della città di mezzo, un’opera su Milano secondo percorsi circolari a partire dalle tangenziali, attraverso le circonvallazioni e la cerchia dei Navigli, sino al Duomo. Nel 2000 con i poeti e scrittori Maurizio Cucchi, Milo De
Angelis, Luca Doninelli, Umberto Fiori, Giovanni Raboni, Davide Rondoni pubblica ed espone in Triennale con un allestimento dell’arch. Pierluigi Nicolin l’opera Milano. Nel 2002 cura la ricerca iconografica e la prefazione per i Diari. Martirologio di Andrej Tarkovskij. Nel 2004 espone e pubblica Abitare il mondo. EuropE a Legnano e a Villanova Monteleone SS. Espone Berlin, Figure alla IX Biennale Architettura di Venezia, pubblicando un portfolio con testo di Kurt W. Forster. Nel 2005 pubblica il volume Attraverso la pianura, lavoro sulla complessità e contemporaneità del paesaggio autostradale in Italia il 25 ottobre gli viene conferita la Laurea honoris causa in Architettura dall’Univerisità degli Studi di Palermo, per la ventennale collaborazione sul tema dell’abitare e della città con le riviste e le istituzioni nazionali e internazionali.
Nel 2006, in luglio gli viene assegnato il Premio Friuli-Venezia Giulia per la Fotografia e nel 2007, in aprile espone al Museo Civico del Santo di Padova e pubblica Nascosto in prospettiva. Scene nel paesaggio italiano, una raccolta di 72 immagini scattate tra il 1980 e il 1999
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